11 giugno ore 21.00
Studio Uno
Fumatori di Carta
Prima nazionale
EXPAT UNDERGROUND
di Cecilia Gragnani e Jvan Sica
regia Alessia Gennari
con Cecilia Gragnani
Sezione Pillole
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Cercavo l’America e ho trovato Casalpusterlengo.
Expat Underground racconta l’incontro-scontro fra Cecilia Anna Elvira Bonelli, moderna emigrante, e Londra, eldorado contemporaneo, ambito da generazioni di giovani italiani. Cecilia arriva a Londra per provare ad inventarsi il futuro che ha in mente. Tra mille mestieri, improbabili e in condizioni disumane,che un italiano in patria non accetterebbe mai, nuove amicizie e incontri con personalità le più disparate, Cecilia si ritrova sola ad affrontare il caos e le mille luci di una Londra multietnica, in cui realizzare i propri desideri e costruire rapporti duraturi diventa un’impresa titanica.
Se è vero che la mobilità, come dicono in molti, è l'unico vantaggio della nostra generazione, cosa questa mobilità comporta nella vita di noi tutti? E dove questa mobilità ci sta portando? Questo lavoro si propone in primo luogo di cercare di raccontarne gli effetti più vicini alle vite degli individui. L'impatto nella sfera della vita quotidiana, nelle relazioni, nella percezione dello spazio e del tempo, nelle scelte di prospettiva, nelle difficoltà di tutti i giorni. Cerchiamo di fare luce su una generazione bulimica di esperienze, alla perenne ricerca di soddisfazioni e libertà, una ricerca che finisce per nutrirsi solo di se stessa, mentre le vite delle persone si fanno sempre più isolate e inafferrabili. E’ possibile quindi fissare in qualche forma ciò che ci sembra scorrere via senza sosta?
Siamo tre italiani, un’attrice (che scrive), una regista e uno scrittore vero. Questo progetto nasce da esperienze personali, dalle domande che sono sorte e continuano a sorgere nelle nostre vite di italiani all’estero (convinti o meno) e italiani a casa. Andare via significa davvero trovare la felicità? L’eldorado è davvero come ce lo immaginiamo?
Da questi e tanti altri pensieri viene l’urgenza di capire ed interrogarsi su cosa voglia dire espatriare (perché diciamoci la verità, “expat” suona più figo di emigrato) oggi per la nostra generazione
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