10 maggio ore 21.00
Teatro Argot
Meridiano Zero
Prima romana
ADDA PASSA' A NUTTATA
di e con Marco Sanna e Francesca Ventriglia
luci e suoni Marco Casada
Sezione Spettacoli
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Macbeth: due teneri vecchietti che si tengono per mano dopo aver commesso una
strage. Un lavoro in bassa fedeltà, per fronteggiare la crisi.
ADDA PASSA’ A NUTTATA è il primo passo di una trilogia shakespeariana trash. Che ha portato la compagnia ad affrontare tre grandi tragedie: Macbeth, Amleto e Otello.
Si tratta di un lavoro in bassa fedeltà, per fronteggiare la crisi. Alla base c’è una coppia, una particella familiare infeconda e infetta, un nucleo respingente che non contempla l’esistenza del mondo al di fuori delle proprie quattro mura di casa, che distrugge tutto ciò che osa interporsi fra loro e la ricerca della pace, della tranquillità. Due anziani coniugi chiusi in un luogo di detenzione, che non verrà mai svelato. Sappiamo che hanno commesso delle azioni atroci, delitti feroci, che hanno dimenticato e di cui ricordano solo brevi particolari nella loro memoria a sprazzi. Sono due tenere figure, nonostante i segni delle atrocità commesse, due amabili vecchietti che si tengono per mano dopo aver commesso una strage. Lo spettacolo gioca continuamente fra alto e basso, fra immaginario splatter e poesia.
Meridiano Zero si forma nel 1995 da un collettivo artistico nato dall’intenzione di combattere il vuoto e l’abbandono della propria appartenenza geografica.
La compagnia ha modo di farsi conoscere su scala nazionale grazie alla rete dei Teatri Invisibili che in quegli anni faceva circuitare diverse interessanti realtà giovani. Cambia assetto e seguono diversi anni di lavoro in Toscana, dove la compagnia collabora con i maggiori festival e teatri sul territorio. il nucleo artistico varierà più volte, in base ai progetti e agli spettacoli prodotti.
Oggi è formato da Marco Sanna e Francesca Ventriglia che negli ultimi quindici anni hanno portato avanti una personale linea, conforme ai propri concetti, sia sulla poetica che sulla scrittura scenica.
La compagnia ha sempre privilegiato le scritture originali, confrontandosi però spesso con opere immortali utilizzate come serbatoio infinito, da cui far emergere le tragedie del quotidiano, e giocando con i dialetti italiani e con le sfumature delle parlate locali. Si confronta costantemente con il concetto di cultura popolare, per comprenderne le derive e sondarne il potere. S’interroga sulla sacralizzazione della tradizione e il suo tradimento.
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