Scene da una fotografia - IV edizione
I ed. 2012
- II ed. 2013
- III ed. 2014
- IV ed. 2015
FINALISTI E VINCITORE / FINALISTS AND WINNER
La IV edizione del concorso fotografico "Scene da una fotografia"
è stata vinta da Filippo Maria Gianfelice con il progetto fotografico Riccardo III - RIII.
Il progetto fotografico vincitore sarà esposto, dal 5 al 12 giugno, presso gli spazi del
Laboratorio Fotografico Corsetti,
in Via dei Piceni 5/7 (San Lorenzo) Roma. Venerdì 12 giugno dalle 18.00 alle 21.00 si terrà il finissage, con aperitivo e
degustazione gratuita di prodotti tipici aquilani.
Le foto saranno poi esposte, dal 15 al 22 giugno, presso gli spazi della
Quasar Design University, in Via Nizza, 152 - 00198
Roma.
Il vincitore, oltre alla stampa gratuita di 4 foto - tramite stampa chimica (sistema lambda) su carta fotografica,
formato 30x40, e montaggio con passepartout bianco - avrà la pubblicazione integrale del progetto vincitore sul webmagazine di
fotografia
“Clic.hé”.
Il quartetto di finalisti è completato da Pamela Adinolfi,
Sonia De Boni, e
Valeria Tomasulo.
I progetti fotografici dei finalisti sono stati espostiesposti dal 11 al 24 maggio durante il Festival Inventaria, presso il foyer
del
Teatro Orologio (Piazza Navona).
La giuria ha anche deciso una menzione speciale, e la pubblicazione dei progetti fotografici sul sito DoveComeQuando,
per Emanuele Donazza e per il secondo progetto presentato
da Valeria Tomasulo.
Dal Nero
foto di
Pamela Adinolfi
FINALISTA - MOTIVAZIONI DELLA GIURIA Un lavoro che sottolinea con intelligente capacità il senso drammatico delle rappresentazioni, con un giusto rapporto tra ombre e luci e una spiccata attenzione al dettaglio.
Dal curriculum si evince che l'autrice vivE quotidianamente la scena, ricoprendo molteplici figure professionali: insegnante, coreografa,
danzatrice, attrice. Con questo progetto fotografico dimostra di sapersi muovere molto bene anche "sotto il palco".
|
|
PROGETTO FOTOGRAFICO Si mostrano d'improvviso i personaggi. Prodigi, divine manifestazioni, mostri.
Uso lo sfondo della scatola nera per catturare nella luce l'energia degli attori. Emergono dal nero i personaggi, giusto il tempo di poche parole,
per poi tornare nel buio.
Tutto il materiale è costituito da foto di scena degli spettacoli della compagnia Patas Arriba Teatro.
|
|
Hamlet - il viaggio
foto di
Sonia De Boni
FINALISTA - MOTIVAZIONI DELLA GIURIA Cosa c'è dietro una prima teatrale? Centinaia di spettacoli. E questo ci comunica la fotografa trevigiana in una narrazione puntuale e coerente, in un reportage intenso e di stampo cinematografico, insolita lettura del contesto teatrale con forme visive provenienti da una cultura documentaristica. L’autrice rivela un’ottima capacità di leggere e condensare in uno scatto gesti e sguardi. Degna di nota è l'eccellente sensibilità nel cogliere l'intensità delle espressioni non solo nei piani più stretti. Quasi ineccepibile per tecnica,
composizione e luce.
|
|
PROGETTO FOTOGRAFICO Questo progetto è nato per seguire e documentare il viaggio dell'attore dalla prima lettura del testo da mettere in scena, alla prima prova,
quando ancora la memoria non è perfetta, alla prima filata, quando già nell'aria si sente la tensione per l'avvicinarsi della Prima.
E' questo viaggio, questo duro lavoro che vorrei presentare al pubblico, perchè il lavoro dell'attore non è solo la sera dello spettacolo.
|
|
Riccardo III - RIII
foto di
Filippo Maria Gianfelice
FINALISTA - MOTIVAZIONI DELLA GIURIA Racconto completo della rappresentazione teatrale, in cui l’autore è riuscito a trasmettere in ogni singola fotografia la carica e la drammaticità della pièce.
La parte di backstage restituisce già a pieno l'evento drammaturgico che sarà di lì a poco rappresentato. Ottima gestione della luce, raffinata resa sulla cromia dell’incarnato degli attori, quasi impeccabile composizione in ogni scatto. Un lavoro forte e intenso, che mostra capacità tecniche elevate e ottima sensibilità artistica.
|
|
PROGETTO FOTOGRAFICO RICCARDO III – RIII, diretto ed interpretato da Alessandro Gassman.
Reportage di scena e backstage , prove e Prima della seconda stagione, presso il Teatro Comunale di Rieti “Flavio Vespasiano”.
|
|
Il corpo nel Teatro, torturato e liberato
foto di
Valeria Tomasulo
FINALISTA - MOTIVAZIONI DELLA GIURIA
Una rappresentazione teatrale muore ogni sera, per rinascere sempre diversa la sera successiva. Il progetto fotografico di questa artista lucana lo mostra a pieno. Il lavoro restituisce l'evento teatro (prosa, canto, ballo, ecc.) nelle sue accezioni più crude, ma allo stesso tempo, più "maravigliose". Lodevole la scelta tematica.
|
|
PROGETTO FOTOGRAFICO Il corpo a Teatro, la sua presenza reale e obbligatoria, i suoi muscoli, le vene, il sangue che scorre sotto la luce delle passioni.
Le catene, il grido animale, il volto stuprato, tutto purché l’attore si faccia male, porti i segni sulla pelle come brividi lungo la schiena,
niente purché tolga ogni velo per far vedere bene le ferite, per liberare la rabbia e non avere più vergogna, non aver più paura di niente.
Solo una volta colpito, svelato, frustato e abbattuto completamente, il corpo, la sua carne può rinascere a vita nuova, altra, per involarsi
e tornare a cadere ogni sera dopo la prima. Liberato dalla tortura e torturato a cercare sempre la libertà. Icaro che volle il sole e lo prese il mare.
|
|
Eterotopia
foto di
Emanuele Donazza
MENZIONE SPECIALE - MOTIVAZIONI DELLA GIURIA
Un vero progetto, che a tratti mostra "colpi di genio", che racconta l’esperienza del Teatro Valle occupato con uno sguardo attento ai particolari,
capace comunque di cogliere la complessità di quell’esperienza. Alcune foto sono altamente simboliche.
Nel complesso il lavoro è valido, solido e più che giustificato.
|
|
PROGETTO FOTOGRAFICO « Le eterotopie sono quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri
spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che essi stessi
designano, riflettono o rispecchiano.» (M. Foucault)
Sin dal principio l’occupazione e l’autogestione si sono poste, per loro esperienza prima che come
intenzione, come rinegoziazioni di significati, soprattutto quello di “spazio”. E’ quindi la funzione del teatro
in senso ampio, al di là delle contingenze, ad essere concettualmente rinnovata nella produzione di senso
collettiva: un luogo che è sempre specchio della città e dei propri tempi ma in un modo del tutto inedito.
E’ in questa chiave che ho voluto testimoniare un momento a mio avviso storico, se non per l’Europa,
sicuramente per Roma.
|
|
L’amore e la morte nel Teatro Contemporaneo
foto di
Valeria Tomasulo
MENZIONE SPECIALE - MOTIVAZIONI DELLA GIURIA
Un ottimo lavoro, con un’esecuzione a tratti da lode e dai toni forti, che dimostra come l’autrice si trovi fotograficamente molto a suo
agio nel rappresentare la tematica del Eros e Thanatos, come mostra anche nel primo lavoro.
|
|
PROGETTO FOTOGRAFICO Recitare l’amore in teatro, recitarne la morte. Recitare la morte a teatro, come un amore. Amore è morte, nella gioia e nel dolore, dal pianto alla rinascita. Un amore reale, semplice, quasi quotidiano, oppure falso, inscenato, in un teatro che si finge senza maschera. O meglio un amore passionale, dimentico di gioia e debolezze, troppo forte per sorridere, colpevole e impossibile, come non mai, come puro teatrale. Un amore che diventa pena, e si trascina sotto braccio, esequie di un corpo che non si rassegna a perdere la sua bellezza, e si avvicina alla morte senza finire la vita. Un amore d’amanti o forse fratello, che lascia il boccone amaro in bocca, segni invisibili e incancellabili. Un amore che lotta, che non rinuncia, ostinato, a dar spettacolo di sé; che non finisce male, ma finisce e basta.
|
Con la collaborazione di: