MENZIONE SPECIALE - MOTIVAZIONI DELLA GIURIA Un vero progetto, che a tratti mostra "colpi di genio", che racconta l’esperienza del Teatro Valle occupato con uno sguardo attento ai particolari, capace comunque di cogliere la complessità di quell’esperienza. Alcune foto sono altamente simboliche.
Nel complesso il lavoro è valido, solido e più che giustificato.
|
PROGETTO FOTOGRAFICO
« Le eterotopie sono quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri
spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che essi stessi
designano, riflettono o rispecchiano.» (M. Foucault)
Gli spazi urbani sono oggi al centro dello scontro tra istituzioni e cittadini. L’occupazione del Valle, in
questo senso, ha rappresentato per Roma il punto di inizio di una fase critica di cambiamento. Un luogo da
cui partire, almeno idealmente.
Sin dal principio l’occupazione e l’autogestione si sono poste, per loro esperienza prima che come
intenzione, come rinegoziazioni di significati, soprattutto quello di “spazio”. E’ quindi la funzione del teatro
in senso ampio, al di là delle contingenze, ad essere concettualmente rinnovata nella produzione di senso
collettiva: un luogo che è sempre specchio della città e dei propri tempi ma in un modo del tutto inedito.
E’ in questa chiave che ho voluto testimoniare un momento a mio avviso storico, se non per l’Europa,
sicuramente per Roma.
Quello che resta dell’esperienza del Valle Occupato, oggi sgomberato, è lo spunto di riflessione identitaria -
prima ancora che meramente politica – sulla ridefinizione delle frontiere civiche.
|