17 ottobre ore 21.00
Teatro Trastevere
Villari/Profita
FILO D'ERBA
di e con Cinzia Villari, Lorenzo Profita
sonorizzazione Cristiano D'Alieso
luci Valeriano Solfiti
In Concorso
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Erba non è più un luogo come un altro e il cortile di via Diaz è un luogo congelato nel tempo.
Filo d’erba è uno spettacolo ispirato ai fatti tragici di Erba del 2006. Non è un lavoro d’inchiesta, né tantomeno di denuncia.
La vita di provincia ha mutato luce e temperatura. Il cambiamento è stato veloce. Non è più protetta e protettiva, lontana dall’alienazione e dalla violenza
della città. Ma si continua a crederlo. Non ci si rassegna al cambiamento. La confidenza, le relazioni, la solidarietà, la sicurezza sono finite.
Qui la ricchezza è in un reticolo di strade, di agglomerati, di zone residenziali, saldate l’una all’altra. Ma non si è più vicini davvero. Ora si è anonimi,
indistinti, tagliati dal traffico e da sacche di vuoto che un giorno all’improvviso, si riempiono di un nuovo cantiere per allontanarsi e allontanare ancora.
Ed è qui che la simbiosi amorosa a volte può diventare salvagente di tutti i mali. Gli stessi interessi, le stesse opinioni, gli stessi valori, le stesse ossessioni diventano garanzia di un’auto-protezione “Ilmondo qui fuori non ci protegge ma se noi stiamo insieme la violenza non entra” . Ma quando il mondo di fuori mette a rischio il protetto mondo di dentro l’equilibrio s’incrina e la coppia può giungere a commettere azioni “inimmaginabili”. Nell’ordinaria normalità esplode una storia di straordinaria anormalità.
Il nostro lavoro nasce dall’esigenza e dall’urgenza di portare in scena le ferite del tempo presente. Ferite rimosse e ignorate. Teatro, come testimonianza di persone che non riescono a farsi sentire. E’ un tentativo il nostro, che con il linguaggio artistico cerca un percorso umano e storico. Raccontiamo il presente nelle sue manifestazioni tragiche. Ed è proprio nel recupero della tragicità e nella comicità grottesca che ritroviamo lo spazio teatrale più fertile artisticamente e più utile socialmente. Come affacciati “da fuori” prima assistiamo, poi entriamo nelle vite e raccontiamo.
Concepiamo il teatro come forma musicale e la musica come un'espressione di teatro tanto che i nostri lavori vengono rappresentati in spazi deputati sia alla prosa che alle forme concertistiche.
Nei diversi ambiti in cui lavoriamo – palcoscenico, scrittura – abbiamo sempre manifestato una forte spinta alla “concertazione”, al far risuonare insieme i vari strumenti artistici: vocali, corporei, intellettuali.
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