Due donne di epoche e origini diverse s'incontrano in stazione. Silvia, donna meridionale del dopoguerra, deve andare "dall'altra parte", in cerca di lavoro; Petra - dopo esserci stata, dall'altra parte - sta tornando al suo paese. Unite dalla comune condizione di chi è costretto ad abbandonare la propria terra, dai timori, dallo straniamento, dalle ruvidezze e dall'eterna attesa del treno della vita, ma anche dalle speranze, dalla dolcezza dei ricordi, dall’istintivo desiderio di chiamare “casa” il posto dove – seppur per poco tempo – ci si trova bene, sono però divise dal germe della diffidenza, mentre la stazione comincia ad affollarsi e la massa dei partenti a premere.
Due storie individuali che gradualmente si intrecciano in un delicato equilibrio, diventando universali nel raccontare della ricerca estrema di una vita migliore, di cosa tale ricerca comporta, di come il viaggio stesso cambia chi lo ha intrapreso, di come ognuno di noi potrebbe vivere una prova del genere.
Nello scenario immaginifico dell'incontro di due epoche diverse in cui gli stessi problemi sembrano ricorrere in forme nuove, il viaggio da compiere è soprattutto interiore: è quello che porterà a identificarsi nell'altro, a "vederlo", riconoscendo in esso e nella massa che preme non un'indistinta minaccia, ma altri esseri umani, corpi caldi e pulsanti, concentrati di speranze e paure simili alle proprie.
Il viaggio (col titolo Il viaggio che non ho fatto ha vinto il Premio di drammaturgia DCQ
2016"per la capacità di affrontare un argomento di estrema attualità come quello dell'immigrazione senza patetismi e non limitandosi alla denuncia ma concentrandosi piuttosto, in positivo, sulle speranze e sui sogni delle due protagoniste, favorendo un quantomai auspicabile cambio di prospettiva; l'incontro (concreto) di due epoche diverse, il linguaggio vivo, i toni (anche leggeri) e i tre piani in cui si muovono le protagoniste sono tutti elementi che stimolano alla messa in scena"
Info e prenotazioni:
vittoriogassmanteatroripi@gmail.com
375 744 9094
Teatro Vittorio Gassman, Piazza Luciano Manara - Ripi (FR)
Urgenza. Importanza. Semplicità - sono questi i tre elementi imprescindibili da cui siamo mossi e che aneliamo trasmettere sulla scena.
Dove. Come. Quando. Tre degli elementi base per una messa in scena, per la rintracciabilità di un segno, per la creazione di un mondo, di uno scenario, di una scena,
di un beat - e dove il "Come" è al centro di tutto: pochi elementi, sempre e tutti necessari, e una regia volta a esaltare la storia e l'azione
sono messi al servizio della potenza espressiva dell'attore.
La compagnia è diretta da Pietro Dattola, drammaturgo e regista,
vincitore di numerosi premi drammaturgici. Egli, insieme a Flavia Germana De Lipsis che ha studiato, collaborato e lavorato con registi e coach anche internazionali, costituisce il fecondo sodalizio artistico al centro della produzione di DoveComeQuando.
Oltre ai propri spettacoli e corti teatrali, DoveComeQuando organizza e produce in maniera indipendente, senza avvalersi di fondi pubblici, tre iniziative
- tutte a partecipazione completamente gratuita - volte alla promozione delle forze emergenti in campo teatrale:
"le due protagoniste (...) danno prova di tutta la loro bravura usando un linguaggio del corpo attento al particolare, usando la parola senza mai forzare i contenuti, anche nei momenti con più pathos, tenendo sempre dei toni leggeri e ironici, con brillanti cambi di ritmi e ottimi controtempi. Un ottimo lavoro delle due attrici, diverse l'una dall'altra, ma ottimamente amalgamate, frutto anche di una regia attenta alle sfumature, ai cambi di registro e soprattutto a saper gestire i momenti di climax."
"Se la Aulicino e la de Lipsis ci hanno restituito l'umanità, la veridicità dei personaggi, Dattola è riuscito a trovare il collante giusto per mantenere le situazioni in un delicato equilibrio."
"(...) E mentre la stazione comincia ad affollarsi e la massa dei partenti prende posto in scena (pubblico), arriverà quell'umanità di cui tutti abbiamo bisogno.”
"La regia asciutta e minimalista di Pietro Dattola ha ben indicato il mondo di Paolo Bignami dai contorni sfumati, senza orpelli scenici, con presenze attorali che appaiono sicure e in sintonia."
"Un teatro nudo, puro, riflessivo e non banale. Da cui si esce appagati, pieni. O forse non si esce affatto. Perché si viene coinvolti. Fisicamente, ma soprattutto spiritualmente."
"Tanto giunonica, energica e ansiosa la giovane del passato; tanto pacata, rassicurante e delicata la straniera del futuro: un angelo che comprende, sa consolare, aiutare, i migranti che noi stessi siamo stati."
"Questa delicata ed emozionante performance è un grido d’amore dedicato a tutti coloro che si sentono soli pur trovandosi in mezzo a moltitudini di persone e che, nel loro totale smarrimento, riescono a dimostrarsi generosi verso un prossimo che non ha passato né futuro rispetto a noi: solamente il presente di una stretta di mano o forse di un abbraccio."
"Federica [Carruba Toscano] e Flavia [Germana de Lipsis] sono entrambe incredibili nei loro ruoli. Toccanti fino alle lacrime, brave ed intense nelle loro trasformazioni guidate dalla regia attenta di Pietro Dattola. Da menzionare i monologhi all’unisono che affratellano le apparenti diversità delle due donne."
“Il viaggio” (...) è quel tipo di spettacolo che cancella i limiti del palcoscenico, annulla il bisogno di scenografie e racchiude nei gesti e nella bravura dei protagonisti il senso di un intero spettacolo. Improvvisamente la moltitudine più volte raccontata nei racconti dolorosi si fa a sua volta elemento scenico grazie al coinvolgimento del pubblico in sala che, invitato sul palcoscenico, diventa attore e spettatore delle proprie emozioni.
"I toni iniziali della narrazione sono ironici, divertenti e lasciano solo intravedere lo svolgersi della trama che si dipana in maniera più seria, a tratti persino tragica (...) Tutti partiamo: questo il senso finale di un testo da applaudire per la rara complessità e bellezza. Tutti partiamo: ricordiamocene prima di trasformarci in esperti frettolosi di un’esperienza di vita che comunemente descriviamo con il termine 'viaggio'."