Lauren non fa uso di cocaina. Lauren non vomita dopo mangiato. Lauren non fa la spogliarellista. Lauren non dice le bugie.

Lauren ha subito diverse trasformazioni, negli anni. È nata nel 2011, come personaggio di un corto teatrale liberamente ispirato a Le regole dell'attrazione di Bret Easton Ellis, scritto per la rassegna romana Garofano Verde. Il corto si chiamava Nessuno conosce nessuno, e raccontava stralci di vita e di parole di tre personaggi del romanzo di Ellis, uniti tra loro da una concatenazione di amore non corrisposto. L'ultimo anello della catena era Lauren, tormentata nell'attesa di un amore assente che tardava a tornare da lei. A volte succede, soprattutto se lo spazio per esprimersi è limitato al formato corto, che ci si affezioni ai personaggi, che si senta il bisogno di parlare ancora attraverso di loro, perché quello che è stato detto non è abbastanza, e tutto quello che si poteva ancora dire era troppo. Anche grazie all'interessamento di Elena Arvigo (che lo ha interpretato già allora), ho deciso di portare avanti la storia di Lauren, di farmi più domande, di capire cosa ci fosse prima, dopo, durante, le parole che c'erano già. Più o meno un anno dopo, Nessuno conosce nessuno è diventato Senza gioia, la storia di una ragazza che, nell'attesa di quell'amore assente che tarda a tornare, fatica a trovare la giusta percezione della realtà. Dopo qualche tempo e qualche rilettura, Senza gioia cambia di nuovo forma, ma non molto, e diventa finalmente Lauren.
Oggi, Lauren ha meno a che fare con il mondo patinato di Ellis -che comunque ancora le appartiene- e cerca la strada di casa un po' più come Dorothy ad Oz, con le scarpe rosse che sono sempre state là, in precario equilibrio tra cuore, cervello e coraggio, strumenti indispensabili per intraprendere qualunque viaggio.

Diplomata nel 1999 all'Accademia del Piccolo Teatro di Milano, Elena Arvigo è attiva da anni sulle scene italiane. Negli ultimi periodi, ha interpretato Donna non rieducabile (di Stefano Massini), Maternity Blues (di Grazia Verasani) -di questi ha curato anche la regia-, Homicide House (di Emanuele Aldrovandi, regia di Marco Maccieri), Being Norwegian (di David Creig, regia di Roberto Rustioni), 4,48 Psychosis (di Sarah Kane, regia di Valentina Calvani). Nel 2014 ha recitato nel film Se chiudo gli occhi non sono più qui, di Vittorio Moroni. Rosalinda Conti è nata a Roma. Nel 2011 scrive e dirige Ma io per te amore mio, selezionato per la prima edizione del Roma Fringe Festival. Nel 2012 scrive Fuori, messo in scena nello stesso anno con la regia di Michela Fabrizi. Due suoi lavori (Quando vai via e Le cose che abbiamo perso nel fuoco) sono stati pubblicati in due antologie per la casa editrice Editoria & Spettacolo. Nel 2013 vince il premio per il miglior monologo all'Offanengo film festival, con Non dimenticar le mie parole, di Riccardo Rabacchi.