Aureliano Delisi e Rodolfo Ciulla sono finalisti della I Edizione di Drammi di Forza Maggiore con il testo discorsi senza punto mentre la verità ciao.
SINOSSI
Un ginocchio e un gomito, il diavolo e un apatico, un supereroe e sua moglie, un leone e una antilope, la Terra e il Sole si confrontano su problematiche diverse ma unite da una sola domanda esistenziale: cosa fare della vita che ci è stata data? E di quella che verrà?
VALUTAZIONE COLLETTIVA
Completo, efficace, divertente, surreale - coniuga intimo e universale con ironia, inventiva e sentimento.
Intelligente e mai banale, caratterizzato da una solida unità tematica, rende facile affezionarsi a personaggi non realistici ma i cui dialoghi sono quantomai veri.
SULLA GENESI E SUL TEMA DEL TESTO
I Discorsi (come ormai li chiamiamo fra di noi) nascono almeno quattro anni fa. È un lavoro che abbiamo curato e perfezionato nel tempo. Volevamo lavorare liberamente senza vincoli legati alla messa in scena o alle frettolose scadenze consuete in molti bandi di allestimento. Desideravamo poter sperimentare da un punto di vista letterario, trovare un modo per convertire le nostre conversazioni (di natura filosofica, ma anche estetica o semplicemente di cultura pop) in una pièce teatrale. Scritta così sembra un’operazione pretenziosa, ma volevamo solo avere la possibilità di divertirci con le parole e con le storie, senza avere alcun freno se non quello della nostra immaginazione. Da quella quinta sarebbe potuto entrare qualunque cosa.
SULLO STILE E SULLE INFLUENZE
Spesso si passa tutta la vita alla ricerca del “proprio stile”, chissà se lo si trova alla fine. Non ci siamo mai preoccupati dello stile o di averne uno nello specifico. Ci interessa fare il lavoro migliore possibile date le circostanze, consci dei nostri limiti ma ben intenzionati a metterli alla prova. Per questo ci piace molto studiare, perfezionarci, imparare nuovi stili e linguaggi da grandi maestri e da chiunque ci capiti sotto tiro. Probabilmente si raggiunge un “proprio stile” quando qualcuno inizia a imitarti e a copiarti. Ma non sapremmo, di certo a noi non è ancora mai capitato!
SUL PANORAMA DRAMMATURGICO NAZIONALE
RODOLFO: La drammaturgia contemporanea è un disastro. Ma va detto che tutto il settore dell’arte in Italia non naviga in buone acque. Per fortuna ci sono tante piccole realtà che cercano di mantenere vivo il settore del teatro (e anche della nuova drammaturgia). Nonostante ciò fare teatro in Italia rimane un mestiere frustrante ed estenuante. La passione da sola non basta. Mi auguro che nei prossimi anni vi siano personaggi che cerchino di costruire (o meglio ricostruire) l’industria del teatro. Tornare a pensare ai teatri non come templi della cultura ma come aziende che creano servizi utili al cittadino.
AURELIANO: Panorama sembra una parola così grande, contrapposta al mondo così piccolo della drammaturgia!Non mi sento di dare qualsiasi giudizio sullo stato positivo o meno dell’ambiente, né credo di averecompetenze adatte ad indicare una rotta percorribile con mezzi o iniziative. L’unica cosa che mi viene di dire dal cuore e a titolo completamente personale è che sono fiaccato dalla burocrazia e che sarei disposto a venir pagato pure meno, per non avercela sempre tra i piedi!
SULLO SCRIVERE IN COPPIA
[È la prima volta che scrivete in coppia? Qual è stato il vostro processo? Cosa potete dirci sull'esperienza?]
A entrambi piace molto scrivere a più mani. I Discorsi sono stati il primo esperimento serio in tal senso, e saremmo pronti a rifarlo senza indugio. Scrivere in coppia significa avere il doppio delle buone idee (è matematica). Certo occorre prima di tutto trovare un buon feeling lavorativo. Un immaginario in comune, medesimi obbiettivi. In Discorsi abbiamo lavorato con l’intento dichiarato di esplorare vari metodi di scrittura a quattro mani: alcune scene sono state scritte da uno e poi pesantemente revisionate dall’altro, altre sono state scritte ragionando frase per frase assieme, altre ancora rimbalzandoci la palla più volte al ritmo di paragrafi o singole battute. Questo è stato per noi, oltre a un testo, un test del nostro lavoro in squadra. L’importante era riuscire a mettere da parte il nostro ego per accogliere costantemente sia i rilanci che le critiche del collega e possiamo dire, almeno per quanto riguarda la nostra esperienza personale, che se il fine è chiaro allora fare squadra è una strada non solo percorribile, ma addirittura auspicabile in drammaturgia. D’altro canto fare teatro (e ciò comporta anche scrivere per il teatro) è proprio questo, un’operazione di squadra.
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