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Spettacoli - Italia Libre di Paolo ZaffainaTesto vincitore del Premio di drammaturgia DCQ - Giuliano Gennaio 2011Testo vincitore del Premio DieciLune 2012Dove e Quando
Note di regia
Scheda artistica
Interpreti •
Flavia Germana de Lipsis,
Camillo Marcello Ciorciaro
Regia •
Pietro Dattola
Aiuto regia ed elementi di scena
•
Alessandro Marrone Recensioni
Un sabato sera da sballo, follie a base di coca e un’improvvisa presa di coscienza: il Sistema controlla, omologa, manipola.
Grottesca ed esilarante denuncia dell’imborghesimento degli ideali.
Ripresa di un successo della passata stagione
FONTE: Corriere.it
"Il vecchio George Orwell aveva capito tutto, ma al rovescio. Il Grande Fratello non ci osserva, il Grande Fratello canta e balla, tira fuori conigli dal cappello,
si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante di veglia, fa in modo che tu possa sempre distrarti, sputa paura e odio dell’altro,
intossica con grida violente, ci minaccia, ci distrae così, stringendoci la gola.(...) I bravissimi Flavia De Lipsis e Camillo Ciorciaro riescono a rendere
in modo efficace l’horror vacui evidenziato dal testo, divertenti i costumi e intelligenti le scelte registiche di Pietro Dattola, che lasciano volutamente
spazio a più interpretazioni."
FONTE: Saltinaria.it
Un’osservazione critica, preoccupata, un’amara riflessione su quanto sta succedendo nella nostra società, svuotata, intorpidita, drogata,
dagli smartphone, da Facebook, YouTube, internet, twitter. Il testo (...) è una profonda, grottesca, denuncia del sistema omologato dell’imborghesimento degli
ideali in un’era in cui domina lo sballo, il frivolo e l’immagine, mentre rimane poco o niente per i contenuti e per i veri valori dell’uomo. (...)
Lo spettacolo, in circa sessanta minuti, diretti con mano sicura dal regista Pietro Dattola, sempre con ritmi elevati, vede protagonisti in scena
i dinamici Flavia Germana De Lipsis e Camillo Marcello Ciorciaro (...) Spettacolo divertente ed allo stesso tempo amaro, regia ben curata ed interpreti
molto applauditi per il loro tempismo in scena, per i loro battibecchi, le loro battute che, nonostante le tematiche affrontate,
riscuotono i consensi e divertono gli spettatori.
FONTE: Dramma.it
Un macabro sferzante tira e molla tra due protagonisti (...) Da un monolocale bollente di propositi confusi ad un rapimento “casalingo”,
fino al duello scottiano, esilarante e crudo, dell’epilogo, sfila la suspence beckettiana (...). Carrozzone di volontà libertarie impossibili.
Italia libre…quando? Dopo la discoteca…forse.
FONTE: Retrospettive.com
(...) una commedia, sicuramente grottesca, ricca di momenti esilaranti e al contempo fonte di riflessione e pensieri dal retrogusto amaro (...) un perfetto mix di risate e riflessione sulla nostra contemporaneità, una satira non tanto dei nostri tempi quanto della percezione che di essi abbiamo, delle ipocrisie e delle debolezze di una borghesia stanca, arrabbiata, ma incapace di uscire dal proprio torpore se non in modo eccessivo. Questo è possibile soprattutto grazie alle ottime performance dei due interpreti e ad alcune trovate molto efficaci – che non riveleremo per non rovinare la sorpresa – ma che rendono aperta l’interpretazione di quanto si vede in scena a diverse possibilità: onirica, realistica, metaforica. (...) Se la de Lipsis è ormai una sempre gradita conferma per chi ha avuto modo di seguirne la carriera, ottime impressioni ha suscitato anche Schiazza (...)
FONTE: FourZine.it
L’opera di Paolo Zaffaina, che ha vinto il premio di drammaturgia DCQ- Giuliano Gennaio nel 2011 e il premio Diecilune nel 2012,
è una brillante commedia nera sull’imborghesimento degli ideali al tempo degli smartphone. (...) [Lo spettacolo] mette in scena, a suon di dialoghi serrati
e di trovate esilaranti e politicamente scorrette, il senso di vuoto di una generazione cresciuta tra Apple e Youtube, che alla piazza preferisce il web e
che al posto di battere il terreno al grido di “Sous le pavé, la plage!” si limita a battere 140 caratteri su twitter. (...) Così, tutti possono sentirsi
un po’ rivoluzionari, anche due trentenni falliti della classe medio-alta che sniffano “bamba” in quantità industriali e tracannano alcool come fosse l’ultima
sera della loro grigia vita. E forse, tragicamente e comicamente, lo sarà.
FONTE: Recensito.net
Una commedia amara, intrisa di denuncia sociale. Il dramma di una generazione in balìa delle acque di un sistema che ci controlla,
ci scruta e ci condiziona. (…) un'insolita licenza teatrale crea una situazione paradossale in cui lo scherzo si mescola alla seriosità degli intenti.
(…) e il ritmo in crescendo strappa più di qualche applauso (un notevole contributo è stato dato anche da un impeccabile tempismo scenico).
FONTE: Saltinaria.it
(...) Uno spettacolo leggero, ben strutturato e che mette in evidenza molte delle assuefazioni moderne (...) Italia Libre si configura dunque
come una commedia amara da accompagnare con un sorriso di disagio, un sassolino di denuncia sociale tirato nel mare di battute e proclami (a)tipici di
due giovani, finalmente consapevoli del mondo che li circonda.
FONTE: Parolibero.it
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