sabato 14 dicembre
ore 20.30 domenica 15 dicembre
ore 18.00
Info e prenotazioni:
320 1185789 / 081425824 / 081425037
segreteria.galleriatoledo@gmail.com
galleriatolefo.info
facebook.com/galleriatoledo.ilteatro
NOTE DI REGIA
E se, tramite un'app, potessi essere seguito nella vita reale, anziché semplicemente sullo schermo?
Se un tuo follower potesse realmente seguirti per tutta la giornata, restando invisibile e anonimo, e osservarti mentre prepari la colazione, vai al lavoro
o incontri degli amici?
Prova nuove sensazioni, rendi più eccitante la tua giornata, aggiungi un pizzico di magia al tran-tran quotidiano, acquista una nuova prospettiva sulla vita,
apri il tuo mondo agli altri, dai un nuovo significato alla tua esistenza, afferma la tua presenza!
Diventa il centro del mondo di qualcun altro. Scarica l'app e iscriviti subito. Se ricevi la notifica significa che qualcuno vuole seguirti!
Per tutto il giorno, dalle 10:00 alle 20:00, il tuo follower ignoto riceverà da me alcune tue fotografie e la tua posizione GPS.
Tutti gli altri dati resteranno confidenziali. Parola di app.
Fatti seguire!
Cosa rende così difficile il distacco da una persona amata? Quanto può essere difficile dire addio?
Nina è ancorata a una storia con Pietro che non le appartiene più. Farebbe di tutto per riaverla indietro.
Perché un rapporto funzioni, occorre mantenere le giuste distanze. Quelle tra Pietro e Nina sono ormai abissali e ci sono casi in cui,
se vieni bloccato nella vita reale, è per sempre.
Ma ora c'è un'app, Follower, con cui Nina crede di poterle accorciare. Non appena si convincerà che il suo follower potrebbe essere Pietro,
Nina farà di tutto per rivederlo ancora una volta. Di tutto.
La linea d'indagine sviluppata in Follower è duplice.
Da un parte, quali motivi personali o quali dinamiche sociali potrebbero spingerci a decidere di seguire o di farci seguire? Se sapessimo di trovarci
sotto lo sguardo altrui, il nostro comportamento sarebbe lo stesso di sempre? Chi ci conosce, ci riconoscerebbe? Quanto, da seguiti, ci trasformeremmo
in "inseguitori" del consenso altrui? Fino a pochi anni fa bisognava apparire per essere qualcuno. Oggi bisogna farsi osservare semplicemente per essere. Oggi viviamo se, e finché, siamo osservati.
Dall'altra, il cuore battente di Follower è il tema del distacco. Staccarsi, accettare l'addio, la solitudine, l'indifferenza altrui, è un rischio. Se da un lato - tra i mille usi, più o meno leciti, accennati nell'opera - l'app si propone principalmente come moderno surrogato di un rapporto reale, dall'altra offre la possibilità di rievocare una presenza ormai impossibile, rischiando di ostacolare l'elaborazione del dolore, la crescita della persona, in nome di una consolazione nel migliore dei casi illusoria. Piccolo bene, grande male.
L'ambito semantico della parola "seguire" (follow, appunto) viene allora esplorato in tutte le sue accezioni.
Seguire una persona in senso fisico ma anche metaforico; come sinonimo di dipendere da e come contrario di lasciar andare.
"Lo spettacolo (...) analizza in maniera trasversale ed originale i falsi problemi generati da una vita passata nella convinzione di essere liberi dai condizionamenti quotidiani, seppur schiavi delle esistenze virtuali di altri. Il testo accende contestualmente i riflettori sui bisogni primari dell’amore e del riscatto individuale."
"Il lavoro drammaturgico che Piero Dattola ha costruito è simile al minuzioso impegno di un ragno che tesse la propria tela: cattura gli spettatori con lentezza ipnotica, inchioda ciascuno alle proprie responsabilità quando non si può tornare indietro."
"Nessun luogo comune. Ritmo serrato. Elementi di scena, curati da Alessandro Marrone, ridotti al minimo. Lo spazio teatro usato in tutte le dimensioni permette di azzerare le distanze fra pubblico, parole ed interpretazione, tecnica questa molto amata e ricorrente nei lavori di Pietro Dattola."
"La protagonista è stupenda in questa sua nuova prova artistica. Riesce a modificare il proprio personaggio in maniera veloce ed armoniosa, respira le sensazioni del pubblico in sala e le trasforma, in un processo di fotosintesi teatrale significativo."
"È un mondo confuso quello che la drammaturgia di Pietro Dattola ha predisposto per Nina. La sfida era quella di trasferirlo dapprima sulla scena, poi di lasciargli lentamente graffiare quell’universo fragile, farneticante, finanche pietoso ma toccante, e più di tutto “vero”, che Nina conteneva. E in questo Dattola, pure alla regia, ha stravinto. Complice la destrezza con la quale Flavia Germana de Lipsis ha incarnato la sé più vera e la dilagante finzione di un mondo virtuale che ormai rimpiazza la vita."
"Spettacolo attualissimo e pregnante (...) indaga profondamente e restituisce il disagio sociale e individuale dell'epoca dei follower."
"L'amore è qui vissuto per come lo viviamo oggi e, forse da sempre, si è vissuto: una devastante prova di sé."
"Follower si fonda e si regge su un testo originale ed estremamente attuale, capace di stimolare sorrisi ma anche pensieri al limite dell’ansiogeno nel momento in cui si prende consapevolezza della situazione reale."
"Una versatile e divertente Flavia Germana de Lipsis dà voce ad uno spettacolo originale e attuale. (...) Unica attrice in scena, per un'ora e mezza tiene l’attenzione e stimola risate, riflessioni ed ansie nel pubblico. Ai sorrisi complici - soprattutto della parte femminile del pubblico che si riconosce e affettuosamente ride di comportamenti, imbarazzi e figuracce - seguono momenti di riflessione sulla nostra vita attuale."
"In uno spazio totalmente privo di scenografia in cui tutto si basa sulle capacità della protagonista, rumori e sottofondo musicale creano ambientazioni e contesti (la discoteca, la strada trafficata, ecc) mentre i suoni del cellulare scandiscono inesorabili la vita e le emozioni dei personaggi."
"L'irrazionale e caparbio accanimento nel voler resuscitare un amore finito viene alimentato da una nuova App fantascientifica e pericolosa: in brevissimo, ecco Follower. (...) Il bisogno di attenzioni e la paura del distacco appaiono ancora più duri oggi, nella nostra epoca social."
"Quello che colpisce di questo monologo è la sua struttura (...) con un’attrice che si trasforma, fin dalla primissima scena, nei diversi personaggi e soprattutto in diversi stati d’animo, dalla rabbia al rancore, dalla tristezza alla speranza, dal vuoto interiore alla necessità implacabile di amore."
"Follower è il quadro di una società e di un modo di comunicare in cambiamento."
"Dalla virtualità si torna alla realtà. Il blocco operato da Pietro contro Nina non è solo sui social, agisce anche nella vita reale. Pietro è scomparso, non appare mai, è l’assente. Anzi, l’Assenza."
"Scopriamo che non si tratta solo di una storia d’amore, Follower è anche una presa in giro di tutte le logiche aziendali del divertimento a ogni costo, di mode e tendenze perennemente condivise – con accanto i propri stati d’animo e le proprie attitudini – attraverso una piattaforma multimediale in cui tutti osservano, tutti sono osservati, ma nessuno osa, nessuno vive. (...) Se condividere è il nuovo verbo dell’era digitale, quanto condividiamo realmente con noi stessi?"
"Un testo interessante e attuale"
"Una straordinaria Flavia Germana De Lipsis"
"Unica attrice sul palco, la De Lipsis interpreta con grande versatilità tutti i personaggi: la protagonista Nina, l’amato Pietro, la trendissima App, il datore di lavoro (...) È una richiesta di attenzione reciproca fra persone quella che Nina esprime, arrivando a rompere la quarta parete e coinvolgendo il pubblico in sala con una catena di mani unite."
"Attraverso un trasporto coinvolgente, l’attrice confida, a quelli che per una sera sono stati i suoi followers, le speranze e le paure di una ragazza che da sola affronta le oscure acque del virtuale."
"Uno spettacolo molto attuale, in grado di raccontare con estrema semplicità la complessità di un mondo che diventa, per fortuna o per disgrazia, sempre più innovativo."
"Un monologo distopico e non così irreale"
"La destrezza con la quale l’interprete si addentra ed esce dai mondi individuali, che si succedono nel monologo, permette allo scritto di Dattola di apparire denso, emozionalmente disturbante a tratti, molteplice nelle sue configurazioni e conseguenze"